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Il binomio scultura/ambiente è stato sempre fondamentale per Mauro Staccioli, sin dagli esordi del suo operare come scultore nel 1968. "Creare scultura", afferma infatti l'artista, "significa esistere in un luogo", idea resa perfettamente già dalle monumentali opere realizzate nel corso degli anni Settanta, nelle quali prende letteralmente corpo il suo linguaggio potente ed essenziale, fatto di geometrie elementari, incisive, di materiali estranei alla tradizione aulica quali ferro, cemento o pietra serena. Staccioli ha assunto un ruolo di assoluto primo piano nel panorama della scultura internazionale, accanto ad artisti quali Anthony Caro, Tony Smith, Richard Serra, rimasti fedeli come lui a una concezione dell'arte quale ultima grande utopia. Il volume vuole documentare tutto questo - attraverso un grande evento espositivo dislocato in vari luoghi della città di Padova, nato dalla collaborazione dell'Amministrazione comunale con Fioretto Arte Contemporanea a dimostrazione di come Staccioli abbia saputo interpretare in modo estremamente personale la questione del site-specific, aprendo nuovi orizzonti di senso che possono aiutarci ad abitare autenticamente i luoghi del mondo.